PROMETEO in corsa… intervista i runner della Milano Marathon!
Rossano, Luca, Mauro e Simone sono la prima squadra che correrà in staffetta per PROMETEO ad essersi iscritta quest’anno. Hanno già partecipato alle edizioni passate della Marathon sostenendo le importanti cause di altre ONP.
Rossano, Luca e Mauro, oltre alla passione sportiva, condividono quella per il canto che li vede giocare di squadra anche nelle file del coro di cui alcuni di loro fanno parte (ndr Old Spirit Gospel Singers). Simone invece fa il medico e conosce da vicino il mondo del no profit.
D: “Come mai quest’anno avete scelto di sostenere PROMETEO?”
Mauro: Quando a Natale abbiamo deciso di partecipare di nuovo alla Maratona siamo stati letteralmente “acquistati” dalla nostra corista Chiara Castellini che, sentito il nostro progetto, ci ha parlato del suo lavoro e di PROMETEO. Non conoscevamo questa Onlus, ma oggi siamo contenti di rappresentare questa realtà che speriamo di rendere molto visibile non solo durante la Maratona.
Luca: Personalmente, oltre al fatto di cambiare onlus per la quale correre, mi ha fatto molto piacere sposare la causa sostenuta da chi ha affrontato e sconfitto la malattia ed è addirittura pronto a correre insieme a noi!
Simone: Ad essere sincero, non faccio parte del Coro “Old Sipirt Gospel Singers” né conoscevo l’Associazione PROMETEO. A dirla tutta, non sono neppure un runner! Tuttavia, rappresentare Prometeo e le sue splendide inziative, il coro “Old Spirit Gospel Singers”, che conosco da molto tempo, mi è sembrata una buona idea; dare visibilità a queste realtà mi sembra il minimo che io possa fare. Infine, era da tempo che avevo voglia di partecipare ad una maratona…3 in 1!
D: “Lo sport come la musica sono passioni coinvolgenti e che fanno gruppo: ci descrivete la vostra esperienza in poche parole?”
Mauro: Cantare è un’esperienza straordinaria e far parte di un coro ti insegna a pensare di non essere “la voce” ma “una delle voci”; lo stesso vale per lo sport e per la corsa. E’ stato facile creare questo gruppo pensando all’obiettivo comune del traguardo a rappresentare anche chi non può correre.
Luca: L’esperienza con la musica proviene dai miei genitori (l’ascolto da mio padre e il canto da mia madre, anche lei cantante in un coro); lo sport, invece, l’ho sempre visto come un modo per unire le persone più profondamente e tuttora, svolgendo il ruolo di arbitro di calcio, mi appassiono ogni giorno di più.
D: “Simone, la tua professione ti consente di toccare con mano le realtà sulle quali Onlus come PROMETEO cercano di intervenire per essere d’aiuto. Ci lasci un tuo commento?”
Simone: Associazioni come PROMETEO sono fondamentali e preziose per il supporto di malati gravi e delle loro famiglie. Purtroppo non esistono molte realtà del genere all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Voi, come altri gruppi, siete unici ed indispensabili in quello che fate nonostante le poche risorse economiche disponibili.
“Grazie al mio donatore posso correre incontro a questa bellissima e unica vita.”
Si chiama Ettore Li Muli, ha 54 anni e quasi cinque anni fa è stato trapiantato di fegato. Da qualche mese è orgogliosamente entrato a far parte del gruppo PROMETEO in corsa… partecipando a diverse gare indossando la nostra maglia e il 12 aprile arriverà apposta dalla Sicilia per correre la Milano Marathon in staffetta insieme a suo figlio Pietro ed alla sua ragazza Veronica.
D: “Ettore come è nata l’idea di correre per PROMETEO? Poche parole per spiegare agli amici l’importanza di partecipare alle attività di PROMETEO”
R: L’idea ma, per meglio dire la “voglia” di correre per PROMETEO, è nata dall’essermi sempre sentito molto fortunato dopo l’operazione e nel sentirmi grato alla vita ogni giorno. Mi sono sempre chiesto come stessero i miei colleghi di sventura o avventura, a secondo da come la si vive e, informandomi e documentandomi, ho conosciuto questa ONLUS che attraverso le persone che vi lavorano all’interno, riesce sempre a regalare sorrisi a chi, come me all’epoca se ne trovava sprovvisto, e speranze alle famiglie che sono la forza del paziente. Io ho sempre praticato sport ed ho deciso di continuare anche dopo la malattia ed aiutare PROMETEO a diffondere la notizia che una speranza di luce esiste, attraverso la corsa è per me un vero onore. Sono fiero di correre indossando la maglietta azzurra di PROMETEO, mi alleno ogni giorno con l’obiettivo di non deludere questa Associazione perché so che attraverso me possono diffondere FORZA e VOGLIA DI VIVERE a tutti coloro che, lungo la strada tortuosa, inciampano in malattie per niente desiderate. Persino mio figlio e la sua ragazza hanno deciso di correre al mio fianco per dimostrare a tutti che l’unione e l’affetto familiare è la linfa della vita.
D: Tina, Giovanni, anche quest’anno non vedete l’ora di partecipare alla staffetta della Milano Marathon. Il vostro entusiasmo ci rende davvero felici. Ci raccontate quali sono i motivi che vi spingono a correre per una buona causa?
R: I motivi per cui ci sentiamo coinvolti alle gare dove sarà presente PROMETEO possono essere molti.
Innanzi tutto è sempre bello poter donare il nostro tempo libero, le nostre forze e le nostre energie per portare avanti un progetto che possa essere utile a quelle persone che si trovano in una condizione di svantaggio e malattia. In fondo tutto questo non comporta nessun sacrificio e se anche talvolta può costare fatica, quest’ultima è sempre ben spesa. Esistono ancora dei valori in cui credere e per i quali vale la pena mettersi in gioco.
Una giornata di corsa trascorsa con i podisti di PROMETEO non è solo una gara fine a se stessa, è il gruppo che si ritrova e che si incita reciprocamente, è il gruppo che si complimenta per i risultati di tutti, è il gruppo che riesce a sorridere ancora, dopo diversi chilometri di corsa, per poter essere fotografato insieme all’arrivo; insomma ci si sente felici di aver trascorso una giornata di grande gioia e divertimento così diversa dalla quotidianità.
Correre per PROMETEO ci fa onore e ci fa capire che il nostro essere podisti non si limita alla passione di arrivare al traguardo avendo raggiunto magari il nostro “personale”, ma è anche uno stile di vita/corsa che ci vede impegnati in generosità e altruismo verso chi è più bisognoso.
Speriamo che le nostre emozioni e sensazioni possano far nascere in altri la voglia di correre per l’associazione PROMETEO.
D: Andrea, quest’anno alla Milano Marathon correrai nuovamente per PROMETEO. Cosa ti ha convinto a partecipare?
R: Correre è una cosa meravigliosa e se puoi farlo anche per una buona causa… Beh diventa un esperienza unica. Quello che mi ha spinto a scegliere PROMETEO è stato l’aver visto un trapiantato di fegato che dopo due anni ha deciso di partecipare alla staffetta. Non doveva dimostrare nulla, la sua maratona l’aveva già vinta eppure si è rimesso in discussione ed è arrivato in fondo. Ogni volta che sono in crisi di ossigeno mentre corro penso a lui…
D: Armando sono ormai 3 anni che corri per PROMETEO, come mai questa scelta?
R: All’inizio la scelta è stata dettata dal caso. Da qualche tempo avevo ripreso l’hobby della corsa e volevo misurarmi in una gara che non fosse necessariamente competitiva. Sapevo dell’esistenza di PROMETEO perché ci lavorano due persone che conosco e scoperta la possibilità di correre per una Onlus mi è sembrato naturale sceglierli senza immaginarmi esattamente a cosa sarei andato incontro.
La giornata della prima edizione è stata entusiasmante, mi ha molto colpito: i volontari di PROMETEO ci aspettavano alle stazioni di cambio, già da lontano si vedevano i palloncini azzurri e le grida di incoraggiamento si distinguevano nella marea di folla. Il traguardo l’abbiamo tagliato tutti insieme e persino il Presidente era lì con noi… E’ stato trascinante al punto di iniziare a programmare subito la partecipazione per l’anno successivo. Da lì in poi è stato un crescendo. I contatti non sono mancati durante tutto il corso dell’anno grazie a Francesca Reale che coordina il gruppo e insieme a noi ha corso Carlo Belloni, trapiantato, dando a tutti un grande esempio sportivo e di vita… Cosa ci aspetterà quest’anno?