«C’è un ignobile giro d’affari che ruota intorno ai malati, bambini e adulti, ricoverati all’Istituto dei Tumori di Milano.»
«Persone che agiscono indisturbate, approfittando della disperazione delle famiglie che non denunciano perché già afflitte da ben altri problemi. Strozzini che affittano in nero appartamenti fatiscenti e non a norma, a pochi metri dall’Istituto».
La denuncia parte dai genitori di Lidia, 4 anni, un tumore al cervello, scandalizzati da abusi e sciacallaggio che sfruttano la debolezza di chi, come loro, deve passare mesi lontano da casa per curare un familiare. La difficoltà, per molti, è trovare un affitto a breve termine, ma legale. «Abbiamo vissuto otto mesi, a 50 euro al giorno, con un bagno con tubi gocciolanti, finestre semirotte, attacchi del gas malridotti», scrivono in una lettera indirizzata alla Lega italiana per la lotta contro i tumori. Li chiamano “turisti sanitari”, passano il cartello della propria regione per scegliere l’ospedale di quella accanto. O più spesso risalgono il Paese pensando, a torto o a ragione, che al Nord i dottori siano più bravi, le malattie guariscano meglio e gli errori umani siano più rari.