«L’intera società civile non può ignorare il paradosso su cui si continua a equivocare, ovvero che l’opera di volontariato prestata per coloro che sono nel bisogno ha un enorme valore, pur essendo gratuita». Un concetto che sfugge, in un mondo in cui il valore si misura spesso solo sul piano economico. E allora occorre sottolinearlo, soprattutto se le azioni quotidiane, disinteressate e gratuite, mirano a dare conforto al prossimo da 25 anni. È il tempo di vita dell’Associazione Prometeo, che festeggia il suo quarto di secolo.
Che cos’è? L’acronimo di Progetto malattie epatiche trapianti ed oncologia è un’associazione di volontariato fondata nel 1999 all’interno dell’Istituto dei Tumori di Milano per dare aiuto concreto a malati e familiari e supportare lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie oncologiche degli organi dell’apparato digerente. Il fondatore è Vincenzo Mazzaferro, medico oncologo e professore di Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.
Professore, come si può riassumere l’attività dei 25 anni di Prometeo?
«L’associazione ha coinvolto, accompagnato e supportato molte persone in un momento difficile della loro vita, quando hanno dovuto affrontare la malattia oncologica. Grazie ai volontari, i pazienti vengono seguiti non solo nel momento del ricovero ma anche prima e dopo. Pensiamo al dramma di chi scopre di essere malato, che magari arriva da lontano e che si ritrova a Milano senza un alloggio per sé o un accompagnatore.Ecco, in Prometeo trova una mano tesa. Vorrei che ci si rendesse conto del grande lavoro dei volontari, che non ha prezzo, perché danno il loro tempo agli altri. Queste persone, che hanno capito che la felicità sta nel dare e non nel ricevere (e lo diceva già Platone, 25 secoli fa) sono in via di estinzione. Abbiamo voluto dire loro grazie, per i nostri 25 anni di vita, in modo speciale».
In che modo?
«Io e Maurizio Maria Fossati, giornalista, divulgatore scientifico e scrittore, abbiamo scritto un libro: “Prossimo, molto vicino” (edizioni San Paolo) che nasce proprio dalle voci dei protagonisti di 25 anni di vita vissuta nel mondo del volontariato. Il ricavato delle vendite sarà tutto destinato all’associazione. Nel volume ci sono testimonianze di sostenitori, ex pazienti, operatori del settore. Ma tentiamo anche di rispondere alla crisi attuale del volontariato sociosanitario in un momento storico di riordino del Terzo settore».
Che succede nel mondo del Terzo settore?
«Le realtà di volontariato sono state trasformate in Odv, che sta per organizzazione di volontariato. Significa che per legge devono strutturarsi come fossero un’azienda, con responsabilità, bilanci, parametri da rispettare… Le Odv però non hanno il profitto come fine, né inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione: un paradosso. Già si fatica a reclutare volontari – noi siamo una trentina in totale – e io temo che con il passare del tempo la situazione peggiorerà. Noi proviamo a dare delle risposte: fondamentale perché le cose cambino è che la società riconosca il valore economico della gratuità del volontariato senza perdere di vista il fattore umano».
Quante persone avete aiutato in 25 anni?
«Migliaia. E c’è sempre più bisogno, soprattutto al giorno d’oggi, in cui le fragilità sociali aumentano. Prima accennavo alla questione casa: Prometeo ha dei piccoli appartamenti in gestione che può assegnare a chi arriva da lontano per curarsi a Milano. Per il malato l’ospitalità è gratuita, paga solo il suo accompagnatore. Il sostegno è però anche a livello emotivo».
Nel libro ci sono anche le storie di chi è stato aiutato?
«Sì, ci sono diverse testimonianze. Abbiamo anche raccolto dei messaggi lasciati nelle nostre case; tanti ci hanno scritto quanto sia stato importante per loro essere presi per mano. Importante capire, soprattutto al giorno d’oggi, che il web non è la soluzione a tutto. Che non tutto si può risolvere con un contatto virtuale. Uno sguardo dolce e una voce amica non hanno prezzo».
– Marianna Vazzana
Da: Il Giorno